Le origini

Lucca, capitale mondiale della Carta.

L'incontro di Lucca con la carta avviene già nel corso del Duecento, poi con le poche tracce trecentesche, passando per i tentativi del 1401 e 1409 di aprire un edificio per far carta alle confluenze della Lima con il Serchio, fino ad arrivare, metà Cinquecento, con la costruzione della prima vera cartiera a Villa Basilica, ad opera dello stampatore Busdraghi, con il sostegno della potente famiglia Buonvisi. Una prima importante traccia è datata 1307, anno in cui viene creata la Corporazione dei Cartolai a Lucca. I Cartolai si dedicavano alla produzione di carta pergamena per scrivere (prodotta con il vello degli animali - ovini e caprini - anche chiamata "cartapecora") e producevano soprattutto carta e libri, tra i quali spiccavano i cosiddetti "libri di ragione", utilizzati dai mercanti per segnarvi l'amministrazione.

La prima vera cartiera a Lucca nasce nella metà del '500, ad opera di Vincenzo Busdraghi. La sede è un vecchio mulino, attrezzato e restaurato, grazie anche all’aiuto economico della famiglia nobile lucchese Buonvisi. Per circa un secolo questa rimane l'unica cartiera nel territorio lucchese.
Intorno alla metà del '600 alcune importanti famiglie nobili lucchesi, e in particolare la famiglia Biagi, cominciano a dedicarsi al business della carta e, alla fine del secolo, nello Stato di Lucca si contano ben 8 cartiere: la cartiera Buonvisi, la cartiera Montecatini a Piegaio, la cartiera Biscotti a Villa Basilica, la cartiera Tegrimi a Vorno, la cartiera del capitano Francesco Pacini a Villa Basilica, la cartiera Grassi, la cartiera di Anchiano e la cartiera di Collodi.
Le 8 cartiere di questo periodo raggiungono una produzione annuale di 16.000/20.000 risme di carta. Tuttavia proprio questa fioritura di cartiere e la conseguente prosperità portano, verso la fine del '600, alla "guerra degli stracci": una contesa tra alcuni mercanti che, salpando dal porto di Viareggio, volevano esportare gli stracci, e gli imprenditori delle cartiere, che desideravano conservare in patria la materia prima. Ad ottenere la meglio sono i "fabbrichieri della carta", così che l'esportazione degli stracci venne limitata e regolamentata.

Il '700 si caratterizza come teatro di forti sviluppi nel settore e la carta continua ad essere fonte di un'intensa attività a Lucca.
La cartiera di Villa Basilica segue intanto la linea ereditaria dei Buonvisi, fino all’ottobre del 1800, quando la potente famiglia lucchese si estingue e il suo patrimonio si congiunge a quello dei Montecatini. La cartiera dei Buonvisi passa in mano ora ai Giusti, che la prendono in affitto.
Si arriva così alle soglie del XIX secolo, che porta con sé la rivoluzione della carta paglia. Il panorama delle cartiere a Lucca, e soprattutto nella zona di Villa Basilica, lungo gli argini della Pescia minore, cambia profondamente: siamo ormai di fronte alla moderna industria cartaria.

Il 1834 viene identificato come un momento di svolta molto importante per il settore cartario lucchese: in quell’anno, infatti, un farmacista di Villa Basilica, Stefano Franchi, inventa per caso la carta-paglia, ossia la carta gialla usata per imballare. Si tratta di un composto di paglia, calcina e acqua. Grazie a questa "invenzione" può essere creato un prodotto di facile rifornimento e a basso costo. Il successo ottenuto è davvero notevole: basti pensare che nel 1911 la provincia di Lucca "vanta" 106 cartiere artigianali e a conduzione familiare, con circa 1.400 addetti in totale. Un contesto nel quale proprio la carta-paglia continua ad essere il prodotto principale con 65.000 quintali di produzione l’anno. Tanta è l’importanza della carta-paglia che, proprio nel quartiere lucchese di Borgo Giannotti, viene stabilito il prezzo della materia prima (la paglia) e definito il costo di riferimento per tutta Europa.
Già agli inizi del Novecento comincia a mutare la geografia degli stabilimenti, con la nascita del polo di Marlia; più tardi sarà la volta di Capannori, Porcari e Altopascio. Si diffonde la meccanizzazione e cambia la natura dei prodotti, dilaga la carta da imballaggio, il settore carto-tecnico e infine il tissue, la carta per usi domestici e igienici. E cambia, in modo più accentuato dagli anni Ottanta, il volto della struttura produttiva, con l'esaurirsi di gran parte dell'imprenditoria familiare e l'arrivo delle grandi aziende multinazionali.

Nel 1971 le cartiere di Lucca sono 211 e proprio negli anni Settanta la carta-paglia viene sostituita dalla produzione del tissue e cartone ondulato. Finisce l'era della tanto amata "carta gialla": nel 1976 una legge, rivolta a proteggere l'acqua come bene ambientale, ne rende, infatti, troppo onerosa la produzione.
Fortunatamente le aziende locali hanno la capacità di trasformarsi e dedicarsi ai nuovi prodotti, creando a Lucca un polo cartario d’importanza mondiale.