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I sentieri

Una rete di sentieri e strade lastricate, lungo l’antico percorso dei mastri cartai, che parte da Villa Basilica e arriva fino a Pescia. Percorsi più o meno impegnativi, percorribili a piedi o in mountain bike, che conducono il visitatore alla scoperta del territorio.

Erano queste le antiche vie di collegamento tra le vicine valli di Pescia e Villa Basilica che venivano utilizzate, fino alla metà del ‘900, dai lavoratori delle cartiere – ma soprattutto dalle numerose lavoratrici - per raggiungere a piedi o con carri da muli i luoghi di lavoro. Per alcuni tratti esistono anche denominazioni che le caratterizzano per la funzione svolta (ad esempio, Via delle fabbrichine, ad indicare le donne che scendevano a lavorare alla storica cartiera Magnani).

Un tempo, infatti, esistevano scambi non soltanto lungo le infrastrutture viarie di comunicazione longitudinali che collegavano i fondovalle con le aree della pianura alluvionale del padule di Fucecchio ma anche trasversali, tra una vallata e l’altra, verso i crinali spartiacque, tra i diversi paesi (o “castella”) e tra i paesi stessi e le attività produttive.
Alcuni di questi sentieri venivano utilizzati per scopi religiosi: rogazioni e processioni penitenziali di propiziazione per l’agricoltura (“litanie”) si svolgevano lungo queste strade portando reliquie e percorrendo itinerari fissi in direzioni diverse. Le manifestazioni religiose e le feste popolari costituivano occasioni di incontro per gli abitanti delle due vallate e, in genere, si svolgevano lungo il crinale.

I percorsi recuperati nell'ambito del progetto "La via della carta in Toscana" si snodano per circa 20 km complessivi, lungo quelle che un tempo erano importanti arterie di collegamento.

L’area individuata per il recupero dei sentieri e delle mulattiere si estende dal versante di Villa Basilica rivolto ad occidente, (compreso tra le località Botticino e Pracando-Colognora), alla viabilità storica di collegamento con la Valle di Pescia (Calamari-Medicina-Pietrabuona-Ponte di Sorana) comprendente sia l’impluvio del torrente Torbola, che quello del torrente Pescia.